Ciao a tutti, sono Luca, sono nato nel freddo dicembre 1984 e sono vegano da gennaio 2013, crudista dal 2015.
Vorrei condividere con voi la mia storia. La foto che vedete e che ritrovate a fondo pagina, racconta il Luca di oggi, abbronzato, con gli occhi accesi, capelli fini ma forti, barba folta e il Luca “pre-vegan”, pallido, occhi spenti, capelli unti.
Prima di diventare vegano ho sempre mangiato da onnivoro e MALE per tutta la mia vita.
Ero un divoratore di qualsiasi schifezza esistente, bevevo alcolici e credevo che l’alimentazione avesse poco a che fare con il mio stato di salute. Ho sempre fatto molto molto sport e bevuto molta molta acqua, quindi questo, in parte, mi aiutava a non sentire in modo troppo diretto le problematiche legate alla mia pessima alimentazione.
Fisicamente sono sempre stato magro, alto e magro: fino al primo anno di liceo ero un pò indietro con la crescita verticale e poi, in un’estate sono diventato 190cm, mantenendo la mia longilineità. Per me è stato un momento importante, in quanto, giocando a pallacanestro le cose per me erano tutt’a un tratto diventate molto più semplici. Anche a scuola riuscivo meglio nelle attività sportive che, non lo nego, mi aiutavano non poco a fare “media” con le materie in cui ero più scarso…Negli anni successivi ho iniziato a fare potenziamento in palestra e, quando ho dovuto smettere di giocare in modo agonistico per un brutto infortunio, ho aumentato il lavoro ipertrofico andando anche ad integrare l’alimentazione con i beveroni di proteine del latte.
Pensate che in quel periodo mediamente la mia dieta era:
sveglia al mattino, frullato di spremuta di arance, 4 uova crude, maltodestrine e miele
spuntino metà mattinata con 150/200gr di bresaola
allenamento seguito da pranzo con un’insalatiera di riso con almeno due o tre scatolette di tonno e parmigiano sopra accompagnato da insalatona mista
merenda con frutta
cena con insalatiera di pasta, bistecche di pollo, qualche patata o altra verdura bollita
Questo mi faceva crescere di volume muscolare ma, ahimè, stavo minando il mio corpo.
Il primo feedback negativo lo ebbi a breve giro: ero contento, avevo raggiunto un peso di circa 75-76 kg (rispetto ai 62-65 che ero sempre stato) e mi vedevo benissimo, ed ecco che come una tegola scopro da un giorno all’altro di essere diventato totalmente intollerante, quasi allergico a tutti i latticini e derivati del latte (ringraziamo le proteine assunte…)
Mi rendevo anche conto che, se in termini di forza e fiato sembravo “averne”, i tempi di recupero erano molto molto lunghi, con acido lattico e tutto il resto. Inoltre la lucidità mentale nell’atto sportivo, sotto sforzo era molto poca e difficile da tenere: il cervello riceveva sangue e ossigeno ma non era ossigeno e sangue “pulito”.
Con il passare del tempo e con iniziando a lavorare “nel mondo degli adulti” e passando ad uno sport diverso (il rally, come pilota), ho cambiato regime alimentare, rimanendo onnivoro e mantenendo una pessima qualità di nutrizione: andavo molto sovente al McDonalds, mangiavo pizze ogni 3 per 2, biscotti, biscottini e caramelle gommose erano all’ordine del giorno e così via…
Nel contempo avevo perso la massa accumulata negli anni precedenti ed ero tornato al mio solito 62-63kg…
Mi iniziavo a rendere conto che, andando avanti con l’età, il mio corpo iniziava sempre più a parlarmi: quando bevevo un pò troppo alcool avevo mal di testa e il giorno dopo alito pessimo e sudore maleodorante, se mangiavo tanta carne o al McDonalds, la mia pelle il giorno dopo era coperta da un velo di sebo unto (e così anche i miei capelli che andavano indebolendosi), e così via.
Oltre tutto questo, essendo sempre stato un animalista ed essendo cresciuto in un contesto di campagna (quindi sapevo benissimo da dove arrivavano carne, uova, ecc che mi ritrovavo nel piatto), iniziavo a non tollerare più il “sistema” allevamenti / produzione di materie di origine animale”. Sentivo dentro di me che c’era qualcosa di molto, molto sbagliato in tutto questo.
Da quel giorno, io e Manuela siamo vegani.
Chiaramente i primi ostacoli sono stati le nostre famiglie che, ovviamente, si sono dette favorevoli in prima battuta, facendo poi però emergere tutti i loro limiti, le loro paure, le loro fisse e retaggi di una cultura del cibo artefatta e sbagliata.
Successivamente, a decisione presa si presentava un altro problema: COSA MANGIARE? e COME?
Vi ricordo che nel 2013 si trovavano pochissimi prodotti vegan in commercio, non come oggi che gli ipermercati hanno addirittura i reparti dedicati!
Fortunatamente, sia io, che soprattutto Manuela, amiamo cucinare e sperimentare in cucina e SOPRATTUTTO amiamo documentarci e abbiamo fame di conoscenza: inizia così il nostro percorso di auto-formazione sia in tema di cucina vegana che in tema di alimentazione, ingredienti e quant’altro.
A breve scopriamo che esiste un mondo nascosto e soffocato dai media di main stream in nome di un sempre più importante Dio Denaro.
Additivi chimici, coloranti, sigle, che a prima vista non significano nulla, ma che celano dietro una lettere e pochi numeri le sofferenze di animali uccisi per ottenere quanto necessario “al commercio alimentare”.
Per non parlare dell’impatto che ha il cibo sulla nostra salute e sul nostro spirito…
Eliminando i cibi di origine animale si acquista una nuova consapevolezza, ci si sente diversi, come se la nostra mente venisse di colpo liberata da schemi mentali in cui ti rendi conto di aver passato imbrigliato tutta la tua vita.
Abbiamo così continuato a mangiare vegan e a provare diversi locali vegan-friendly che pian piano si stavano adeguando a quello che, ai più, sembrava una moda passeggera: ricordo ancora che nel 2013 a Torino aprì finalmente Soul Kitchen, attualmente considerato il miglior ristorante vegano d’Italia che propone anche alcuni piatti crudisti. Che dire? Andai a provarlo in pausa pranzo e ne rimasi estasiato: la cura nella preparazione dei piatti, la varietà della proposta, il trattamento dei cibi e gli abbinamenti…tutto “ad un altro livello”. Quel primo giorno provai anche il mio primo piatto di raw food: gli spaghetti di zucchine al pesto. Appena finiti chiamai Manuela per raccontarle di quanto fosse incredibile quel locale e di tutto quello che avevo mangiato, ponendo uno strepitoso accento sull’esperienza con il raw food: mi ricordo che fu difficile spiegare a Manu cosa e come fossero quegli spaghetti…a pensarci ora mi viene da sorridere…
A breve portai Manuela a cena da Soul Kitchen e, quando le finanze ce lo permettevano, eravamo clienti assidui. Diventammo con il tempo anche amici dello staff e del proprietario, il bravissimo Luca André.
Man mano che passava il tempo capivamo la nostra alimentazione ci portava a stare meglio fisicamente, mentalmente e socialmente come esseri umani: su quest’ultimo aspetto mi vorrei soffermare. Quando si eliminano i cibi di origine animale dalla propria alimentazione si riduce anche il livello di stress e aggressività sociale diventando molto più equilibrati e pacati. Non “mosci”. Ma più consapevoli nel dare il giusto peso alle cose senza arrabbiarsi.
Intanto abbiamo iniziato a leggere testi di Heret, Sheldon e molti altri, fino ad arrivare a leggere ogni singola parola di The China Study del Professor T. Colin Campbell.
In seguito guardammo molti documentari come Cowspiracy, Heartlings, Forks over Knives, Food Inc., Vaxxed e molti altri, facilmente reperibili on line su YouTube.
Mondi nuovi, esperienze nuove, conoscenze nuove continuavano giornalmente ad entrare a gamba tesa nelle nostre vite e a disfare tutto quello che credevamo di sapere, facendoci mettere in dubbio e spronandoci a “provare su noi stessi” per capire quale davvero fosse la verità.
Oramai la nostra scelta etica irrinunciabile ci aveva portato ad essere dei “vegani provetti”, sia in cucina che nella vita di tutti i gironi, dall’abbigliamento, ai modi di pulire casa a fare il bucato.
Ma oramai, con le nozioni apprese e le domande senza risposta c’era di più. Non era solo più un tema di etica ferma ed irrinunciabile. Stava diventando un tema di SALUTE. O meglio, un tema di saper ascoltare il proprio corpo, per raggiungere la miglior condizione fisica e mentale.
Il primo step fu quello di eliminare il glutine: il nostro mondo ne fu totalmente stravolto. Di nuovo.
Quando eliminai il glutine ti rendi conto di quanto dia assuefazione e di quanto sia una “droga”: molti cibi a cui noi associamo un sapore, in realtà, non sanno di QUEL sapore, bensì sanno di GLUTINE.
Ricordo che i primi tempi passavo magari davanti a delle panetterie o, magari, al ristorante e vedevo pane, focacce, pizze mi sentivo come un tossico in astinenza da crack in vena. Pazzesco. Non riuscivo a crederci.
Per sei mesi non toccai glutine: zero. Poi, era agosto, ci trovammo al mare con degli amici, in Liguria a Spotorno, un paio d’ore scarse di macchina da noi, a cenare a una delle mie pizzerie preferite: Black Bull il nome del posto, Marinara il nome della mia pizza preferita.
Mi dissi “..ma sì, dai, una pizza dopo sei mesi di zero glutine mica ti farà male..” . E così la ordinai. Ricordo ancora il viscerale godimento provato nel divorarla: pochi minuti ed era finita.
Nell’oretta successiva il mio corpo non dava segni di insofferenza. Salutammo gli amici e ci mettemmo in auto alla volta di casa. Era sera, Manu si addormentò quasi subito e io, dopo circa 10km di autostrada iniziai a non sentirmi bene.
Stranissimo per me, perchè da quando sono vegano non ho mai avuto malattie, malanni o altro, quindi…
Subito fu il sudore freddo, poi dei fortissimi crampi addominali, infine una serie di “convulsioni”.
Un tossico. Un tossico che si era fatto una dose e finitone l’effetto tornava in astinenza. Ecco come mi sono sentito. Ci misi circa 4 ore per raggiungere casa, tra una pausa e l’altra. I gironi seguenti furono molto pesanti con intestino molto lento, nausee, mal di testa e ancora qualche crampo accompagnato da sudate improvvise. Ne uscii ripromettendomi che per nessun motivo al mondo avrei ancora toccato glutine. MAI.
Contemporaneamente avevo eliminato ogni genere di alcool dalla mia vita (il bicchiere di buon vino a cena, la birra con gli amici, il ruhm “reserva”, e così via.
C’è poco da fare, stavo meglio. Fisicamente e mentalmente. E le mie prestazioni sportive miglioravano a vista d’occhio.
In quel periodo seguivo un programma d’allenamento per i rally, quindi 2 sedute a settimana in palestra più due in piscina: quest’ultima mi diede delle grandi soddisfazioni, riuscendo a passare dalle 30 vasche scarse che riuscivo a fare da vegan alle 60 in scioltezza da vegan gluten free.
Questo mi spinse ad andare oltre e capire come stare ancora meglio.
Manuela al contempo stava sperimentando le mie stesse esperienze ed eravamo entrambi allineati sul voler provare a passare al next level.
Manuela passò quindi di punto in bianco al crudismo, 100% crudo, o come dice qualcuno, 100% fullyraw.
Personalmente non me la sentii e decisi di optare per un periodo di circa 10 mesi di Raw Till 4. La RT4 è un tipo di alimentazione che prevede di alimentarsi praticamente fino a sera 100% crudo, prevalentemente frutta (nel mio caso, SOLO frutta) per poi mangiare vegano cotto ala sera.
Con la Raw Till 4 vidi il mio corpo reagire molto meglio, avevo più ossigeno nel sangue, la mente era sempre più libera e sgombra e STAVO BENE.
Andando avanti però mi rendevo conto che, dopo i pasti serali cotti, mi sentivo più lento, più appesantito, al mattino avevo da soffiarmi il naso tante volte e mi sentivo (cit. Heret) carico di muco.
Dopo 10 mesi di Raw Till 4 decisi quindi di passare al crudismo al 100%, come la mia dolce metà.
A questo punto mi cambiò di nuovo tutta la vita
Manuela si stava già specializzando in modo totalmente autodidatta nella preparazione di manicaretti sublimi totalmente raw, cioè crudi, e io ero un degno assaggiatore. Iniziai anche io a sperimentare in cucina: attenzione, la cuoca in famiglia è e rimane Manuela, sia ben chiaro.
Passare al crudismo è una scelta complessa e deve essere fatta consapevolmente e sapendo a cosa si va incontro.
Innanzitutto bisogna comprendere a fondo cosa ci chiede da mangiare il nostro corpo, il nostro stomaco e cosa il nostro cervello. Il nostro cervello ci chiederà sempre schifezze, cose grasse, cibo spazzatura, junk food e quant’altro possa abbassare i livelli di stress andando a fare da panacea.
Ma il nostro corpo vuole altro. Vuole cibo vero, cibo vivo, cibo che dia vibrazioni di vita e dia energia.
Il passaggio al crudismo è dunque un viaggio, principalmente dentro noi stessi,durante il quale dobbiamo essere pronti ad affrontare i nostri fantasmi, le nostre paure e rimettere in gioco tutto per qualcosa di più grande.
Nel primo periodo di crudismo (per me i primi 4-6 mesi), ho avuto alternanza di alti e bassi, passando da giorni in cui ero pieno di luce e gioia, ad altri in cui ero”grigio” e a terra. A questo si è accompagnata una fisiologica perdita di peso dovuta al fatto che il corpo, messo in condizioni di alimentazione sana ed equilibrata procede in primis ad eliminare le scorie e quanto di tossico presente nell’organismo e, solo a pulizia avvenuta, ricostruisce. C’erano giorni in cui avevo voglia di cotto, ma una voglia non sana, una voglia psicologica, altri in cui volevo mangiare mille chili di frutta e basta e altri più equilibrati.
A questi sbalzi si aggiungeva il fatto che. essendo già magro di natura, perdere chili mi esponeva a non piacermi e alle critiche di tutti quelli attorno che dicevano “ma quanto sei magro”, “se vai avanti così svanirai nel nulla”… Io sorridevo, incassavo, anche se per me erano parole tossiche, e accettavo la mia situazione mosso dalla consapevolezza che avrei raggiunto i miei obiettivi.
In tutto questo il supporto psicologico di Manuela, sempre al mio fianco, è sicuramente stato fondamentale, anche perchè nel frattempo eravamo andati a convivere, avevamo preso in canile due bellissimi cagnoloni, Olga e Arturo e nelle nostre vite molte cose stavano cambiando, quindi i livelli di stress erano elevati.
Per aiutare il processo di pulizia, che solitamente richiede un decimo del tempo della vita passata da onnivoro e/o non crudista per essere completo, durante il primo anno di crudismo ho anche fatto due digiuni da 3 giorni ciascuno, accompagnandoli con un paio di spremute di arancia e pompelmo al giorno per migliorare la purificazione.
C’è poco da fare, il digiuno è un’esperienza da fare. In modo consapevole e conscio, ma da fare.
Al digiuno arrivo preparato con una settimana di alimentazione a sola frutta acquosa: non consiglio di improvvisare un digiuno senza preparazione in quanto potrebbe non essere ben recepito dal vostro corpo.
Durante i tre giorni, entrambe le volte, ho notato, su di me che il primo giorno i sentori di fame arrivano la sera, il secondo giorno ho avuto mille voglie di cose schifosissime anche non vegan che mangiavo un tempo, la sera fame, abbastanza (ho un metabolismo molto veloce) e la notte qualche difficoltà ad addormentarmi per fame. Il terzo giorno rinascita. Forza, energia, una lucidità mentale mai sperimentata prima nella vita: entrambe le volte passeggiata trekking di alcune ore sopra i 10 km e stanchezza quasi zero. Il pomeriggio del terzo giorno del primo digiuno mi è poi capitata una cosa stranissima: erano le 15.00, mi è venuta una voglia folle di caramelle gommose e, subito dopo un leggero crampo intestinale, vado in bagno e le feci appena prodotte avevano un colore grigio lucido agglomerato e odoravano di caramelle gommose! E’ stato folle. Ma reale. Questo mi ha fatto capire ancor di più quante schifezze abbiamo noi nel nostro corpo e quanto tempo serve per pulirci davvero. Quando oramai vedo una persona con tanta pancia, non penso che sia grasso, ma penso a quante feci bloccate ha in corpo e, quindi, quanto il suo corpo sia intossicato.
Finito il digiuno, un’altra settimana a sola frutta acquosa per far riprendere il corpo e mi sento in un modo spettacolare, come non mai.
In tutto questo le prestazioni fisiche migliorano, le mie 60 vasche di nuoto diventano 100 senza risentimenti e acidi lattici vari.
Noto intanto che la mia pelle sta cambiando, i miei capelli si rinforzano e infoltiscono pur rimanendo fini, la mia barba è rigogliosa e io scopro un nuovo me stesso.
Intanto smetto di usare il sapone per lavarmi (a pare le mani, per quelle, quando sporche uso il sapone di Marsiglia), faccio doccia e capelli e sono pronto e a posto, la pelle del mio corpo ringrazia e diventa più elastica e ringiovanita, i capelli non sono più unti e, incredibile ma vero, il mio sudore non puzza più.
La mia alimentazione si base su una proporzione di 80% carboidrati, 10% proteine e 10% grassi e questo mi consente di stare bene, fare sport, lavorare, studiare e quant’altro faccio nella vita.
Continuo sereno questo processo di purificazione e arrivo a perdere 7 chili, passando da 63 a 56 chilogrammi. Sono preoccupato e non mi sento bene con il mio fisico da un punto di vista dell’estetica.
Arriviamo ad maggio di quest’anno (2017): mi sento pulito, mi sento in forma, ho voglia di allenarmi e tornare in palestra a fare attività per mettere massa. Mi iscrivo ad una palestra Virgin non troppo lontana dal mio posto di lavoro, potendo sfruttare così le mie due ore di pausa pranzo. Chiedo supporto ad un personal trainer per impostare un certo tipo di lavoro e comincio.
Essendo un ex atleta agonista, quando ho un obiettivo e inizio ad allenarmi per raggiungerlo, lo faccio in modo più professionale e impegnato possibile.
Alterno 5-6 sedute a settimana passando dalla sala pesi, alla piscina, alla lezione di yoga a fare allenamenti simil TRX, Gravity, Military, ecc.
In due mesi di lavoro, di cui quasi tre settimane passate fermo per la frattura del perone occorsami mentre giocavo una partitella di basket, ottengo un risultato incredibile: 7 kg presi in due mesi! Tutti di muscoli!
Ma ero ancora troppo “annebbiato” da tante cose, prima fra tutte il cibo spazzatura che consumavo: preferivo non pensare troppo, rifugiandomi nella TV, piuttosto che su quant’altro il main stream mi proponeva come placebo.
Nel frattempo mi ero fidanzato con la mia attuale compagna e futura (a breve) moglie Manuela da alcuni anni: anche lei percorso identico al mio (vi invito a leggere la sua storia cliccando qua ) e, circa 10 mesi prima della mia nuova vita da “veg”, diventò vegetariana.
Personalmente in quei dieci mesi credo di aver mangiato la carne, in tutto non più di 3-4 volte e, forse 5-6 uova in tutto l’anno. Già così mi sentivo molto più lucido e percepivo che qualcosa stava cambiando profondamente sia fuori che dentro di me.
Il 6 gennaio 2013 finalmente sono rinato
Io e Manu eravamo in vacanza alla nostra casa in montagna: fuori faceva tormenta di neve e il termometro non ricordo manco più quanti gradi sotto zero segnasse, così decidemmo di stare a casa e guardare qualche film in streaming: era un periodo in cui entrambi eravamo in bilico sulla scelta di diventare vegani o meno ed era già un pò di tempo che ci stavamo informando…L’inception era nato da un dialogo avvenuto qualche mese prima in autostrada, con il cugino di Manuela, mentre stavamo andando ad un matrimonio in Abruzzo. Discutevamo sull’incoerenza etica dell’essere vegetariana rispetto a vegana, dal momento che, nell’alimentazione vegetariana sono presenti cibi di origine animale ottenuti con sofferenza e morte dei poveri animali: fu illuminante. Ci suggerì di guardare un video che avrebbe chiarito al meglio le nostre idee.
Così, quel pomeriggio di Gennaio, guardammo finalmente il video intitolato “Il miglior discorso che potrai mai sentire” di Gary Yourofsky: lo guardammo tutto, commuovendoci. Da quel giorno, TUTTO cambiò, PER SEMPRE.
Che aggiungere: contentissimo! Ero certo che dopo la pulizia il mio corpo avrebbe ripreso tutto subito e nel migliore dei modi!
Ad oggi sto continuando ad allenarmi in palestra, piscina, ecc e sono anche tornato a giocare a pallacanestro e, dopo così tanti anni, sono tornato anche “al ferro”.
A proposito di quanto accennato prima sulla frattura al perone: anche il fisioterapista ha confermato che un recupero veloce come il mio, con il tipo di danno che avevo, non era presumibile: l’alimentazione può fare miracoli anche da questo punto di vista!
Per darvi un’idea, ad oggi la mia giornata lato alimentazione funziona pressapoco così:
ore 8.00: frullato di 10 banane mature, zenzero, curcuma, datteri, acqua per un totale di circa 2 litri di quantità da bere
ore 11.30: frutta! possono essere una decina di pesche, piuttosto che dei mango o altro, basta che sia frutta!
ore 14.30: post allenamento bevo circa 2 litri di latte di canapa crudo autoprodotto con datteri frullati dentro per addolcire e, volendo, polvere di cacao crudo e, se voglio aumentare le proteine della giornata (occhio che più proteine = sudore che puzza!), polvere di spirulina
ore 17.00: frutta! ad esempio un bel melone giallo un po’ grande
ore 20.30: cena con verdure crude semplici oppure qualcuno dei nostri buonissimi piatti di cui potete trovare qua le ricette!
Personalmente mi trovo molto bene, ma questo non significa che per tutti possa andar bene la quantità e tipo di frutta e verdura che assumo ,quini non fate un copia e incolla, mi raccomando.
Oltre a quanto su descritto, come molti di voi già sanno, abbiamo cominciato da qualche anno a fare i “food blogger” (come va di moda dire adesso), o meglio, più semplicemente, a condividere le nostre esperienze con il prossimo per raccontare qualcosa di diverso rispetto a quanto viene ritenuto “normale”. Per questo abbiamo creato le nostre pagine Peace&Raw sia su Facebook che su Instagram, oltre a questo sito!
Da Aprile di quest’anno abbiamo anche creato la nostra associazione per offrire molti servizi e fare corsi di cucina e lifestyle, nonché organizzare eventi e conferenze: sempre mossi dallo spirito di condivisione!
Ad oggi sono così e non potrei immaginare per me un’alimentazione diversa rispetto a quella attuale: 100% crudo, come me!